Dopo il clamoroso esito del referendum inglese e il panico sui mercati con il crollo di titoli azionari e borse, con la sterlina tornata ai livelli di 30 anni fa anche il mondo delle classiche si interroga. Un primo “consiglio” arriva dagli specialisti di Hagerty che suggeriscono…
Un intero giorno di passione ha fatto seguito all’esito del referendum che ha visto esprimersi la maggioranza degli inglesi a favore del “leave”. Tra dichiarazioni dispiaciute dei politici europeisti e festeggiamenti degli spiriti più nazionalisti, il chiaro desiderio di distacco dall’Europa espresso dal Regno Unito è ormai un fatto e i mercati finanziari non l’hanno presa certo bene. I crolli in borsa hanno superato in alcuni casi quelli post 11 settembre 2001 e tra dimissioni del Premier Cameron, sterlina in ribasso fino a scendere ai livelli di trent’anni fa e interrogativi sul futuro non mancano motivi di preoccupazione.
Che il tema Brexit e il panico sui mercati possa riguardare in senso allargato anche le auto storiche non è un caso visto che ci sono fondi di investimento dedicati alle classic car e che la rivalutazione delle auto da collezione (superiore al 400% nell’ultimo decennio) ha attirato l’attenzione non solo di super appassionati, ma anche di chi vede le classiche come un modo per diversificare i propri investimenti e mettere al sicuro una parte dei risparmi.
È ancora troppo presto per capire cosa questa scelta comporterà e trarre delle conclusioni. Ma tra le prime reazioni spicca il parere di uno specialista del mondo auto classiche: Hagerty. Che sul proprio sito invita appassionati e collezionisti ad “allacciare le cinture” in vista di possibili oscillazioni dei valori. È plausibile infatti che il tema Brexit possa influire sull’andamento delle quotazioni e del mercato delle auto d’epoca nei prossimi mesi. Anche perché le considerazioni a supporto di un periodo di “montagne russe sui mercati” partono da prima del tema Brexit con le avvisaglie di quotazioni stagnanti già dalla fine del 2015.
Per ora da Hagerty mettono sull’avviso, nulla di più, ma di certo il quadro generale non aiuta. Alla fine, però, questa sorta di “avviso ai naviganti” nel mondo delle classiche lascia più spazio al pessimismo che all’ottimismo. In questo senso l’appuntamento agostano di Monterey sarà indicativo per capire la tendenza delle valutazioni e la propensione all’acquisto dei collezionisti.
È altrettanto vero che periodi di turbolenza possono riportare a livelli normali, o perfino da saldo, auto che erano “troppo in alto”. Il problema si trasformerebbe in opportunità. A patto di avere coraggio e saper scommettere contro il mercato.
Per ora rimane una sola certezza legata al mondo del cambio e della valuta: chi pensava di andare a fare shopping di auto d’epoca nel Regno Unito avrà più incentivi a farlo. Questo ad Hagerty non lo dicono ma basta dare un occhio al cambio euro-sterlina… per capire che chi pensa e spende in euro o dollari o franchi svizzeri ha guadagnato potere d’acquisto mentre chi pensa e spende in sterline e magari aveva in programma di comprare in Italia piuttosto che in Germania o negli Stati Uniti, al contrario, non sta festeggiando.